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Intolleranza all'istamina: cosa mangiare?

  • margheritanacamuli
  • 2 giorni fa
  • Tempo di lettura: 7 min

L'intolleranza all'istamina, conosciuta anche come istaminosi enterale, è una condizione clinica che comporta una ridotta capacità dell'organismo di degradare l'istamina, un composto chimico naturale ampiamente presente nel nostro corpo e in molti alimenti. A differenza delle allergie, che sono reazioni mediate dal sistema immunitario, questa intolleranza non rappresenta una reazione allergica vera e propria, ma piuttosto un'intolleranza di tipo farmacologico causata dall'accumulo di istamina nel plasma.

Intolleranza all'istamina: cosa mangiare? - Nutrizionista Verona

Cos'è l'istamina e come funziona nel nostro corpo

L'istamina è un mediatore chimico essenziale che partecipa a vari processi fisiologici fondamentali. viene sintetizzata nel corpo a partire da un aminoacido chiamato L-istidina ed è immagazzinata in alte concentrazioni soprattutto nei mastociti e nei basofili, cellule chiave del nostro sistema immunitario.

La caratteristica principale dell'intolleranza all'istamina è che si manifesta in relazione alla quantità di istamina ingerita: è cioè dose-dipendente; questo significa che i sintomi non si presentano sempre nello stesso modo, ma variano a seconda della quantità di istamina assunta attraverso gli alimenti.


Perché si sviluppa l'intolleranza all'istamina

La causa principale dell'intolleranza all'istamina è uno squilibrio tra l'istamina accumulata o introdotta e la capacità del corpo di degradarla. Nelle persone sane, l'istamina contenuta negli alimenti viene rapidamente degradata grazie a un enzima specifico chiamato Diaminossidasi (DAO), presente principalmente nell'intestino tenue.

Una carenza o una ridotta attività di questo enzima è la causa più frequente dell'intolleranza, portando all'accumulo di istamina in eccesso nel sangue. Vari fattori possono contribuire a questa carenza:

Fattori genetici: alcuni polimorfismi genetici nel gene DAO possono portare a una proteina con attività enzimatica alterata, determinando una predisposizione genetica all'intolleranza.

Fattori ambientali: la carenza di DAO può essere acquisita o temporanea. Tra le cause principali troviamo disturbi infiammatori intestinali come la sindrome dell'intestino irritabile, il morbo di Crohn, la colite ulcerosa, la celiachia o la sensibilità al glutine, che compromettono l'integrità della mucosa intestinale e riducono l'attività dell'enzima.

Farmaci: circa il venti percento della popolazione europea assume regolarmente farmaci che possono inibire l'attività del DAO, aumentando la suscettibilità all'istamina alimentare. esempi includono alcuni farmaci antinfiammatori non steroidei, antidepressivi, antipsicotici, farmaci antiipertensivi e antibiotici.

Alcol e altre sostanze: l'alcol e altre ammine biogene presenti negli alimenti, come tiramina, putrescina e cadaverina, possono agire come substrati competitivi per il DAO o inibirne l'azione.


Quali sono i sintomi dell'intolleranza all'istamina

I sintomi compaiono solitamente circa quarantacinque minuti dopo l'assunzione di alimenti contenenti istamina e possono variare notevolmente da persona a persona. ecco i principali:

Sintomi cutanei: orticaria, prurito, arrossamenti, eruzioni cutanee e gonfiore della pelle, fino all'angioedema nei casi più gravi.

Sintomi gastrointestinali: diarrea, dolori addominali o crampi, nausea, vomito, flatulenza e pesantezza di stomaco.

Sintomi neurologici: mal di testa o emicrania, vertigini, ansia e irritabilità, disturbi del sonno.

Sintomi respiratori: congestione nasale con naso che cola o chiuso, starnuti frequenti e difficoltà respiratorie simili all'asma.

Sintomi cardiovascolari: palpitazioni, tachicardia e abbassamento della pressione sanguigna.

È importante sottolineare che questi sintomi possono facilmente confondersi con altre patologie, rendendo la diagnosi più complessa.


Come si diagnostica l'intolleranza all'istamina

La diagnosi dell'intolleranza all'istamina è clinicamente impegnativa e spesso difficile. L'approccio diagnostico raccomandato si basa sulla combinazione di criteri clinici e sull'esclusione di altri disturbi.

Primo passo: esclusione di altre patologie. E' essenziale escludere inizialmente allergie mediate da anticorpi IgE attraverso prick test o dosaggio di IgE specifiche, nonché escludere la mastocitosi sistemica misurando la triptasi plasmatica.

Dieta di eliminazione: si imposta una dieta a basso contenuto di istamina. La diagnosi è confermata se si verifica la scomparsa o il miglioramento di due o più sintomi. La fase di eliminazione dura generalmente 2-4 settimane, seguita da una graduale reintroduzione degli alimenti.

Diario alimentare: è consigliato compilare un diario per registrare i cibi consumati e i sintomi riscontrati, al fine di stabilire una relazione tra l'alimento e l'insorgenza dei sintomi.

Test complementari: sebbene non siano considerati il gold standard della diagnosi, possono fornire informazioni utili. La determinazione dell'attività DAO plasmatica misura la capacità del sangue di degradare l'istamina; valori inferiori a dieci U/ml possono indicare intolleranza, mentre valori inferiori a tre U/ml indicano un'intolleranza più severa. Tuttavia, l'attendibilità scientifica di questo test non è conclusiva per la diagnosi primaria. I test genetici possono identificare una suscettibilità genetica, ma non necessariamente un'intolleranza conclamata.


La dieta a basso contenuto di istamina: alimenti da evitare

La strategia principale per il trattamento dell'intolleranza all'istamina è l'adozione di una dieta a basso contenuto di istamina. L'istamina si accumula significativamente negli alimenti tramite processi microbiologici come maturazione, fermentazione, stagionatura e conservazione prolungata.

Alimenti altamente sconsigliati

Formaggi stagionati e fermentati, tra cui grana, parmigiano, gorgonzola, Gouda stagionato, emmenthal, Roquefort, Camembert, Cheddar e Fontina. Se si consuma formaggio stagionato, è preferibile scegliere stagionature più brevi, come Grana Padano DOP nove-dodici mesi.

Pesce in scatola, marinato, salato o essiccato, come tonno, sgombro, sardine, acciughe e aringhe; il contenuto di istamina aumenta se il pesce è mal conservato o esposto ad alte temperature. Allo stesso modo, crostacei e frutti di mare come gamberi, cozze e molluschi dovrebbero essere evitati.

Salumi e carni trasformate, inclusi salsicce, prosciutto crudo, mortadella, carni secche e carni in scatola.

Crauti, kimchi e sottaceti, che subiscono processi di fermentazione che aumentano notevolmente l'istamina.

Pomodori freschi e conservati, spinaci, melanzane.

Alcolici, soprattutto vino rosso, birra e champagne. l'aceto di vino e l'aceto balsamico, se non DOP o IGP, hanno alti livelli di istamina; l'aceto di mele è generalmente tollerato.

Ketchup, salsa di soia, estratti di lievito e estratti di carne.


Alimenti istamino-liberatori: cosa limitare

Esistono alcuni alimenti che non contengono necessariamente alte concentrazioni di istamina, ma stimolano il rilascio di istamina endogena o contengono altre ammine biogene che possono competere con il DAO.

Frutta come fragole, banane, ananas, papaya, kiwi, agrumi (arance, limoni, pompelmi, mandarini), avocado e lampone dovrebbero essere consumati con cautela.

Carne di maiale.

Sostanze nervee come cioccolato, cacao, caffè, tè nero, tè verde, mate e cola, che possono stimolare il rilascio di istamina.

Frutta secca a guscio, incluse noci, nocciole, mandorle e anacardi, oltre alle arachidi.

Legumi in generale, come fave, lenticchie e ceci.

Albume d'uovo, soprattutto se crudo, insieme a germe di grano e liquirizia.


Alimenti consigliati e permessi nella dieta a basso istamina

È consigliato preferire alimenti freschi, semplici e poco lavorati per mantenere il contenuto di istamina al minimo.

Proteine: carne e pollame freschi o surgelati, come manzo, vitello, pollo, tacchino, coniglio e agnello. Pesce bianco fresco o surgelato, inclusi merluzzo, sogliola, platessa e trota. Uova cotte, preferibilmente con il tuorlo ben tollerato, o uova di quaglia.

Latticini: formaggi freschi come ricotta fresca, mozzarella, crescenza e fiocchi di latte. Latte, yogurt naturale e panna, purché senza additivi.

Frutta: mele, pere, pesche, albicocche, melone, mango, mirtilli e anguria.

Verdure: carote, broccoli, cavolfiore, zucchine, cetrioli, lattuga, cicoria, zucca e patate dolci.

Cereali: riso, miglio, quinoa, grano saraceno, pasta di semola, pane, pasta e riso, preferibilmente integrali e alternati ai raffinati.

Grassi e condimenti: olio extravergine d'oliva a crudo, burro, olio di cocco e aceto di mele.

Spezie ed erbe: curcuma, zenzero, basilico, prezzemolo, camomilla e menta piperita, che non solo sono sicure ma offrono anche benefici antinfiammatori.

Consigli pratici per la preparazione e la conservazione

La corretta gestione degli alimenti è cruciale, poiché l'istamina può aumentare rapidamente nel tempo e a causa di una conservazione scorretta.

Acquistare e consumare carne e pesce freschissimi, evitando di conservarli troppo a lungo anche in frigorifero.

Preferire metodi di cottura leggeri come vapore, bollitura o forno leggero; evitare la cottura prolungata, le fritture e la grigliatura ad alte temperature.

Evitare completamente gli avanzi. Se si prevede di conservare un pasto, è consigliabile congelarlo immediatamente dopo il raffreddamento per rallentare la formazione di istamina.

Leggere attentamente le etichette, prestando attenzione a conservanti e additivi che possono contenere istamina.

Trattamenti complementari e integratori

Oltre alla dieta, possono essere utili integrazioni mirate e modifiche allo stile di vita.

Supplementazione di DAO: l'integrazione orale con enzima DAO esogeno è una possibilità terapeutica per facilitare la degradazione dell'istamina nella dieta. questi integratori, come DAOsin o Daonix, sono progettati per essere assunti dieci-quindici minuti prima del pasto e hanno mostrato risultati promettenti nel ridurre l'aspetto e l'intensità dei sintomi. Tuttavia, non costituiscono una cura definitiva, ma un supporto sintomatico che consente potenzialmente una dieta meno restrittiva.

Nutrienti con azione antistaminica: diversi micronutrienti possono supportare il metabolismo dell'istamina:

  • vitamina C, che favorisce la degradazione dell'istamina.

  • quercetina, un forte antistaminico naturale che stabilizza i mastociti, riducendo il rilascio di istamina.

  • vitamina B6, essenziale per la produzione e l'attività dell'enzima DAO.

  • magnesio, zinco (che inibisce il rilascio di istamina dai mastociti), vitamina D, omega-3 e NAC.

Stile di vita sano: adottare uno stile di vita sano è cruciale, poiché lo stress emotivo può aggravare i sintomi o compromettere la produzione di DAO; è consigliato evitare lo stress, smettere di fumare, evitare l'esposizione al caldo eccessivo, mantenere uno stile di vita attivo e assicurare un'adeguata idratazione con almeno due litri di liquidi al giorno.

La guarigione dall'intolleranza all'istamina: è possibile?

La possibilità di guarigione dipende dalla causa sottostante. Se l'intolleranza è dovuta a cause temporanee, come dieta scorretta, farmaci o danno reversibile della mucosa intestinale, l'adozione di una dieta corretta e di un sano stile di vita può portare al superamento dei sintomi, a volte con ottimi risultati.

Se la carenza di DAO è di origine genetica, la gestione dietetica è da intendersi per tutta la vita. In ogni caso, l'obiettivo è migliorare la tolleranza individuale e la qualità della vita, permettendo, una volta stabilizzati i sintomi, di reintrodurre gradualmente alcuni cibi esclusi, pur con cautela.


Conclusione

È fondamentale rivolgersi sempre a un medico specializzato, come un gastroenterologo o un allergologo, o a un nutrizionista per una diagnosi accurata e la creazione di un piano dietetico personalizzato e sicuro. L'intolleranza all'istamina, sebbene complessa, può essere gestita efficacemente attraverso un approccio consapevole all'alimentazione e uno stile di vita adeguato, migliorando significativamente la qualità della vita.

Dott.ssa Margherita Nacamuli




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